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IL MELANOMA

+Che cosa è?

Il melanoma è un tumore maligno caratterizzato dalla trasformazione neoplastica dei melanociti della cute, delle mucose o dell’uvea. Il melanoma è stato a lungo considerato un tumore raro sebbene la sua incidenza sia in costante crescita in tutto il mondo ed è circa raddoppiata negli ultimi 10 anni. Rappresenta la quinta e settima neoplasia a maggiore incidenza nei soggetti di sesso maschile e femminile rispettivamente, con una età di insorgenza tra i 44 e i 55 anni.

+Fattori di rischio

Di seguito vengono elencati i principali fattori di rischio di melanoma:

  • Individui con fototipo chiaro (pelle, occhi e capelli chiari, con lentiggini)
  • Elevato numero di nevi melanocitici comuni
  • Presenza di nevi clinicamente atipici
  • Presenza di nevi congeniti giganti
  • Storia personale di tumori della pelle (melanoma e tumori cutanei non-melanoma)
  • Fattori genetici (storia familiare di melanoma, storia familiare di elevato numero di nevi)
  • Eritemi da esposizione solare soprattutto nell’infanzia
  • Esposizione solare intermittente
  • Uso di lettini e lampade solari
  • Stati di immunodepressione (soggetti trapiantati d’organo od in trattamento con farmaci immunosoppressivi, HIV-positività)
  • Età crescente
  • Stato socio-economico elevato
  • Xeroderma pigmentoso

+Prevenzione

L’eccessiva esposizione ai raggi UV solari e/o artificiali è uno dei maggiori fattori di rischio per lo sviluppo del melanoma e per la trasformazione maligna di nevi preesistenti.

Di seguito le principali raccomandazioni da seguire:

  • L’utilizzo di creme solari ad alta protezione da applicare più volte al giorno
  • L’esposizione deve essere ristretta a orari a più bassa intensità di raggi UV (dalle ore 8 alle ore 11 e dalle ore 16)
  • Evitare scottature solari soprattutto in età infantile
  • Evitare l’uso di lettini o lampade solari
  • Sottoporsi a visite periodiche dermatologiche per il controllo dei nevi congeniti

+Come si manifesta?

Le lesioni cutanee considerate sospette devono essere valutate sia con l’esame obiettivo che tramite la Dermatoscopia.

Caratteristiche cliniche di riferimento, ma non patognomoniche del melanoma sono:

  • Asimmetria della lesione;
  • Bordi irregolari;
  • Variegatura del colore;
  • Diametro maggiore di 6 mm;
  • Evoluzione irregolare, l’elevazione rispetto al piano cutaneo per la comparsa di nodularità e l’evoluzione delle caratteristiche morfologiche nel corso del tempo, tra cui anche la regressione di parti della lesione.

Melanoma: varianti più comuni
A Melanoma a diffusione superficiale
B Melanoma nodulare
C Melanoma lentigginoso
D Melanoma amelanotico

Indicazioni alla Dermatoscopia digitale

  • Diagnostica differenziale di lesioni pigmentate melanocitarie e non-melanocitarie
  • Lesioni non pigmentate
  • Monitorare multipli nevi melanocitici, piani, non palpabili con caratteri di atipia ma senza evidenza di criteri specifici

+Diagnosi e stadiazione

Le lesioni cutanee sospette devono essere sottoposte a biopsia escissionale a scopo diagnostico e, in caso di lesione maligna, ad eventuale ampliamento. Qualora indicato ai fini di una corretta stadiazione, seguiranno biopsia del linfonodo sentinella e linfadenectomia.

PRIMA FASE: BIOPSIA ESCISSIONALE
Un’escissione con 5 mm di margine è mandatoria e sufficiente per garantire la corretta e completa asportazione del melanoma per un’accurata valutazione istologica. In corso di biopsia escissionale sono controindicati lembi cutanei ed innesti.

SECONDA FASE: AMPLIAMENTO E BIOPSIA DEL LINFONODO SENTINELLA (BLS)
L’ampliamento deve essere eseguito preferibilmente entro 4-6 settimane dalla prima escissione.
La biopsia del linfonodo sentinella deve essere eseguita a tutti i pazienti che abbiano un melanoma primitivo con spessore uguale o superiore a 0.8 mm o a tutti i melanoma che presentino ulcerazione. La BLS si esegue contestualmente alla esecuzione della linfoscitingrafia e consiste nell’asportazione dei linfonodi drenanti il sito di insorgenza del melanoma.

TERZA FASE: LINFOADENECTOMIA
La dissezione linfonodale completa non dovrebbe più essere indicata in caso di linfonodo sentinella positivo, è invece raccomandata in caso di metastasi linfonodali clinicamente evidenti all’esame obiettivo, all’ecografia e/o alla TAC.

Il numero dei linfonodi esaminati definisce l’adeguatezza dell’intervento eseguito e varia a seconda del distretto linfatico interessato.
Tali fasi sono seguite dall’elaborazione di una carta d’identità del melanoma specifica per singolo paziente caratterizzata da:

  • Diagnosi Istologica (secondo i criteri SIAPEC)
  • Classificazione TNM e stadiazione (secondo i criteri AJCC)
  • Profilo genetico-molecolare
  • Profilo immunologico

Tali parametri saranno utili a identificare il rischio del paziente di recidiva e/o progressione allo scopo di individuare il follow-up clinico-strumentale più appropriato.

+Diagnosi Istologica (secondo i criteri SIAPEC)

Trattasi di descrizione macroscopica e microscopica della lesione sospetta secondo questi parametri:
Esame macroscopico
Dimensioni (diametro in cm)
Pattern di crescita (lesioni in chiazza/in placca/nodulare/ecc.)
Colore (brunastro/ardesiaco/ecc.)
Tipo di pigmentazione (uniformemente/disuniformemente pigmentata/con aree ipocromiche/ecc.)
Margini (ben definiti/mal definiti/policiclici/ecc.)
Morfologia (tondeggiante/ovalare/ecc.)
Varianti istologiche: acrolentiginoso, lentigo maligna, verrucoso/polipoide
Tipi rari: desmoplastico neurotropico, nevo blu maligno.

Esame microscopico
Istotipo (a diffusione superficiale/nodulare/acrale/lentigo maligna)

Fase di crescita (radiale/verticale)
Spessore di Breslow
Livello di Clark
Ulcerazione: presente/assente
Indice mitotico

Linfociti infiltranti il tumore (assenti/presenti/brisk/non brisk)

Infiltrazione linfocitaria peritumorale: assente/scarsa/moderata/interna (“brisk”)
Regressione: presente/assente

Microsatellitosi: presente/assente

Invasione linfovascolare: presente/assente
Margini di resezione: indenni/interessati da localizzazioni neoplastica

+Profilo genetico-molecolare

Le principali alterazioni genetico-molecolari più frequentemente osservate si possono sintetizzare nel seguente modo secondo la sede cutanea di insorgenza del melanoma cutaneo primitivo e dei livelli di esposizione solare (vedi figura successiva).

Melanoma acrale
Mutazioni ± amplificazione di c-KIT; amplificazione di CDK4 o CCND1 (associata ad aumento dei livelli di espressione delle relative proteine); amplificazione delle regioni genomiche 11q13, 22q11-13 e 5p15.

Melanoma della regione testa-collo e delle aree cutanee esposte cronicamente al sole (CSD)
Amplificazione di CDK4 e/o CCND1; aumento dei livelli di espressione della proteina p53; mutazioni ± amplificazione di c-KIT (in circa il 5% dei casi).

Melanoma del tronco e delle aree cutanee non esposte cronicamente al sole (non-CSD)
Mutazioni di BRAF o NRAS, con eventuale coesistenza delle alterazioni molecolari associate alle mutazioni BRAF, tendenza alla riduzione nell’espressione della proteina p53; presenza di specifiche variazioni polimorfiche del gene MC1R.

Melanoma mucosale
Mutazioni di cKIT sono circa il 30%, seguiti da mutazioni di NRAS e da una minima percentuale di BRAF.
Indagini specifiche sono da avviarsi in caso di sospetto di ereditarietà o in caso di melanomi multipli

Melanoma familiare
Due o più parenti affetti, appartenenti allo stesso ramo parentale

  • Melanoma multiplo
  • Insorgenza al di sotto dei 35 anni
  • Presenza nella famiglia di altre neoplasie correlate (tumore del pancreas e tumore della mammella, mesotelioma)

La predisposizione genetica si eredita secondo modalità autosomica dominante con penetranza incompleta ed espressività variabile; ogni individuo portatore di mutazione, ha una probabilità del 50% di trasmettere l’alterazione ai propri figli.
I geni maggiormente studiati sono : CDK4, CDKN2A, MITF1.

Melanomi multipli
Si intende la presenza di più casi di melanoma nello stesso paziente.
I geni analizzati sono : MC1R e CDK4.

Caratterizzazione oncogenomica

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Curtin JA et al. Somatic Activation of KIT in Distinct Subtypes of Melanoma. JCO 2006
Tacastacas JD et al. Update on primary mucosal melanoma. J Am Acad Dermatol 2014
Maldonado JL et al. Determinants of BRAF Mutations in Primary Melanomas. J Natl Cancer Inst 2003

+Follow-up

Il follow-up clinico strumentale viene stabilito dopo una valutazione collegiale e previo completamento delle fasi diagnostiche e di stadiazione nonché della caratterizzazione immunologica e genetico-molecolare del singolo paziente.

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+Terapia

TRATTAMENTO ADIUVANTE

I pazienti che vengono definiti “ad alto rischio” possono beneficiare di un trattamento adiuvante al fine di prevenire recidiva di malattia.   Il farmaco sinora utilizzato è stato l’Interferone alpha, somministrato a dosaggi e per un arco di tempo variabili a seconda del tipo di rischio. Da pochi mesi è invece possibile usufruire di terapie adiuvanti con farmaci di ultima generazione (anti-PD-1 o farmaci a bersaglio molecolare ad attività anti-BRAF ed anti-MEK) già applicati nella pratica clinica nella malattia metastatica.

TRATTAMENTO IN FASE METASTATICA

Grazie all’avvento dell’immunoterapia e della targeted therapy, il melanoma non è più considerato un tumore orfano di terapie. I nuovi farmaci da un lato potenziano la risposta immunitaria anti-tumorale e dall’altro lato agiscono inibendo le molecole-chiave coinvolte nei meccanismi di proliferazione e progressione cellulare che risultano iperattivate negli stadi avanzati di malattia (principalmente le MAP chinasi).

I pazienti affetti da melanoma metastatico hanno la possibilità di essere trattati con Immunoterapici ad attività anti-PD-1 (Nivolumab, Pembrolizumab) o anti-CTLA-4 (Ipilimumab), inibitori di BRAF e di MEK (Vemurafenib e Cobimetinib o Dabrafenib e Trametinib) o di afferire a terapie sperimentali nell’ambito di trials clinici variamente distribuiti presso i Centri di Riferimento Nazionali (vedi trials clinici attivi nel nostro Centro).

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